Ieri sera nel TG1 delle ore 20 vi è stato un servizio particolare
(http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-7e38c35c-f28d-40db-8f0d-b11fb8dc3f4f.html) nel quale si presentava un apparecchio di costruzione svedese, di forma circolare, che abbina le funzioni di cronometro a quello di una bilancia da sistemare sotto il piatto a tavola, e che in funzione del peso di cibo nel piatto e della velocità con la quale si consuma, sarebbe in grado di suggerirci se stiamo mangiando troppo velocemente invitandoci a moderare la velocità. Tale prodotto, girando per la rete, ho scoperto essere stato già trattato sul blog del settimanale Panorama
(http://blog.panorama.it/hitechescienza/2010/01/19/un-cronometro-nel-piatto-aiuta-a-perdere-peso). Al Tg 1 il Medico nutrizionista Pietro Migliaccio confermava come mangiare lentamente, oltre ad assicurarci la possibilità di gustare meglio i cibi, ci preserva dal rischio di riflussi gastroesofagei. Ed il principio del mangiare lentamente mi è balzato agli occhi proprio nelle scorse serate leggendo il best seller di Micheal Pollan "In difesa del cibo", nel quale a pagina 66 l'autore, descrivendo una serie di pratiche adottate nella clinica del Dr. Kellogg nel Michigan, nella quale i pazienti si sottoponevano a trattamenti apparentemente benefici e disintossicanti, ricorda che ad ogni pasto vigeva l'obbligo di masticare ogni boccone un centinaio di volte (una masticazione prolungata ridurrebbe l'apporto proteico). Insomma, pur sembrando una consuetudine diffusa (per fame o per fretta) in verità non è mai stato un mio problema quello di mangiare velocemente, anzi spesso mi è stato rimproverato il contrario, ma evidentemente i fatti provano che non faccio così male a conservare questa abitudine...
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